Associazione Culturale So'ham

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Campane Tibetane

CAMPANE TIBETANE (Singing Bowls)

Un pezzo di vetro colorato, un filo di piombo, un altro frammento policromo, un'altra unione....
E così via.
L'insieme è una vetrata a mosaico, un raggio di luce ed è magia.
Un insieme di frammenti, scritti, diversi e di diversa provenienza... La vostra curiosità, sensibilità, ... musica, suono, campane tibetane...

Le campane tibetane appartengono al mondo del "suono". Suono considerato nella forma più pura ovvero "vibrazione". Possiamo quindi affermare che le campane tibetane sono degli strumenti vibrazionali. La loro origine si perde nella notte dei tempi ma quello che è di fondamentale interesse è che racchiudono in sé conoscenze, lavorazioni, abilità antiche, raffinatissime spesso perse, dimenticate o ignorate. Le campane tibetane, facendo parte del mondo Suono - Vibrazione - Energia, vanno esplorate con amore, umiltà e curiosità. Un cammino di esperienza e qualche cosa di più...

Piccole ciotole di metallo erano conosciute intorno all'XI secolo a.C. e sono i più antichi oggetti citati come "Singing Bowls".

«La nuvola sonora è derivata dalle lunghe ore passate a strofinare i metalli delle ciotole, a cercare nell'infinito gli echi di mondi lontani...»

Dal tetto del mondo, il Tibet, il trascendente suono
di uno strumento incantato, le cui note ci fanno vibrare di tutta l'energia dell'universo

La sonorità tibetana religiosa e rituale rappresenta un potente strumento per entrare in rapporto con le energie dinamiche presenti in natura (la magia del tantrismo) e rappresenta uno dei più efficaci sostegni alla meditazione.
I rituali tantrici evocano divinità ed esse rappresentano l'archetipo dello stato della perfetta chiarezza, nella quale corpo, parola e mente sono armonizzati e sincronizzati.
Le campane tibetane sono costruite con una lega di sette metalli, sono strumenti musicali particolarissimi, la cui proprietà è di riprodurre suoni in armonia con le vibrazioni delle sfere celesti. Ed è in questo senso che vengono utilizzate nei centri spirituali dell'Occidente: per sintonizzarsi con le armoniche celesti e vibrare dell'energia cosmica, per meditare e accompagnare l'introspezione. Per ritrovare in se stessi una parte del tutto.

Le campane tibetane sono, solitamente, ottenute dalla fusione di sette metalli, a ognuno dei quali corrisponde, simbolicamente, un pianeta.

◊ Oro -> Sole
◊ Argento -> Luna
◊ Mercurio -> Mercurio
◊ Rame -> Venere
◊ Ferro -> Marte
◊ Stagno -> Giove
◊ Piombo -> Saturno

Esistono diversi tipi di campane tibetane. Il loro suono varia, a seconda della proporzione dei componenti della lega, della forma e dello spessore del metallo di cui sono fatte.

Dall'analisi metallurgica effettuata su una particolare campana tibetana conservata al British Museum di Londra sono risultati come componenti ben dodici metalli ovvero: argento, nichel, rame, zinco, antimonio, stagno, piombo, cobalto, bismuto, arsenico, cadmio e ferro.

Fra le caratteristiche di pregio di una campana citiamo:
◊ età
◊ bellezza
◊ facilità e scorrevolezza di suono
◊ equilibrio dei suoni
◊ volume del suono
◊ durata nel tempo del suono

La ciotola va tenuta nella mano sinistra appoggiandola sulla punta delle cinque dita. Fisicamente questa impugnatura consente la massima vibrazione della campana, ma dal punto di vista simbolico rappresenta una energia femminile yin di contenimento (ciotola) sostenuta dalle cinque "buddhità", poiché ogni dito rappresenta una forma di manifestazione del Buddha. Compare inoltre la simbologia del cosmo, rappresentato dai sette metalli che tradizionalmente costituiscono la ciotola e che portano la vibrazione dei sette pianeti che regolano la vita manifesta.
Occorre quindi portare la ciotola all'altezza del plesso cardiaco (chakra del cuore) e suonarla con il battente nella mano destra ruotandolo in senso orario. Questa posizione correla l'energia sonora creatrice della campana all'energia del cuore. 

Nel buddismo tantrico esistono alcune pratiche che permettono, a chi le compie, di entrare in rapporto operativo con le energie dinamiche presenti in natura...

Alcuni frammenti sono al loro posto, ora manca la luce che li illumini...

Studio ma non sono uno studente
Lavoro ma non sono un lavoratore
Penso ma non sono un intellettuale
Vivo...

Nel mio divenire un giorno venni casualmente in contatto con uno strano oggetto... una percezione più che un contatto... una vibrazione, un suono, un' energia...

Da allora scoperta, sperimentazione, ricerca, applicazione proseguono.
Un viaggio, un cammino. Qualcosa che ha le sue radici nel tutto e nel nulla». 

 Marco Spinelli